Per elogiar la vite non ci son parole!
Impasta con gli “umori” del terreno
i profumi che gli giungono dal sole
per farne dell’uva il gran ripieno.
(Luigi Totaro)
Era l’inizio del ‘900 nella campagna di Valdobbiadene.
Colline e fattorie, coltivazioni a vite e allevamenti di bestiame. Gli anni della lavorazione della vite nascente e di campi a erba e frumento, per il mantenimento della famiglia e poco più. Gli stessi anni in cui si inizia però anche a realizzare che i frutti della vite di collina dà vino di successo, consapevolezza che porta via via a dismettere le coltivazioni generiche, focalizzandosi sulle viti.
Angelo Zambon, come tanti a Valdobbiadene, tratta le colline e le viti come fossero figli suoi, con la cura e il rispetto che questa arte richiede. Si dedica alla potatura delle piante a mano, ad una ad una, con lo stesso amore che si userebbe per acconciare i capelli di una bimba piccola.
È in questo stesso periodo che si afferma il Cerletti di Conegliano, la scuola specialistica che darà il natale a molti enologi nel futuro. La scuola enologica di mette le basi per l’affermazione di queste pratiche fatte con cura.
Angelo lavora alacremente assieme alla sua famiglia, i figli, gli aiutanti.